1928-'29: Grossi acquisti:Bernardini e Volk

Il campionato, iniziato il 30 settembre 1928, fu disputato ancora su due gironi elimina tori, ma da Il si passò a 16 squadre per girone. Finale tra le sole vincenti.
Classifica della Roma: 3a nel girone A con 40 punti alla pari con l'Alessandria; la precedettero il Torino (48) e il Milan (42). Il campionato fu vinto dal Bologna: 7 luglio a Roma (campo neutro) con il Torino battuto di stretta misura.
Squadra titolare: Ballante, Barzan, De Micheli, Ferraris IV, Bernardini, D'Aquino, Benatto, Fasanelli, Volk, Bossi, Chini. Principali riserve: Mattei, Corbyons, Degni. Allenatore: Garbutt. Capocannoniere: Volk con 26 gol.

Leggendo i giornali che davano crescente spazio alle vicende calcistiche gli sportivi italiani si stropicciavano gli occhi. Diamine, che stava succedendo? Già al secondo campionato questa Roma si insediava tra le primissime...
Erano successe cose importanti. Il regime, preso atto del buon esito della «operazione giallorossa», aveva considerato compiuta la missione di Italo Foschi e lo aveva spedito a La Spezia in qualità di prefetto. Per sostituirlo alla testa della Roma non vi furono esitazioni. Nella commissione finanziaria Renato Sacerdoti era la personalità di rilievo che possedeva in larga misura le doti essenziali: mezzi personali, credito, energia e passione. Mai scelta fu più indovinata. Non si fa torto a nessuno considerando Sacerdoti come il miglior presidente, il più completo, che la società abbia mai avuto.
L'arrivo di Sacerdoti permise una serie di acquisti: Barzan, Bernardini, Benatti, D'Aquino, Eusebio e Volk. Superfluo aggiungere che il ritorno a Roma di Fulvio, figliol prodigo, e l'azzeccato ingaggio del poderoso cannoniere fiumano Volk, biondissimo e di rara potenza, furono le pennellate maestre in una formazione che oggi si direbbe «da scudetto». Era difficile diventare idoli della folla in una squadra che già possedeva Ferraris e Bernardini. Ma si può ammettere che in qualche periodo essi furono se non eclissati certo... velati da «Sigghefrido» come i tifosi avevano subito soprannominato Volk. Le larghe spalle voltate alla porta avversaria per seguire meglio la manovra dei compagni, il pezzo forte del fiumano, non appena in possesso della palla, era la fulminea piroetta che si concludeva, destro o sinistro, con un tiro a rete che spesso lasciava i portieri impietriti. Il bottino di 26 reti nel campionato esime da altri particolari. Arrivò a 22 anni in pieno fulgore fisico e fu uomo-spettacolo per quattro stagioni. Lo si cedette al Pisa all'inizio della stagione 33-34. Aveva perduto in precisione ed era diventato nervoso (si faceva spesso espellere). Alla fine se ne dette la colpa allo... scirocco romano. Fu cinque volte nazionale «B» (Vittorio Pozzo era innamorata di Peppino Meazza, inamovibile titolare della «A»).
Grande fu anche l'apporto del terzino padovano Barzan e del roccioso novarese D'Aquino; ma il popolare «Sor Vincenzo» (Biancone) sottolineava poi nel ricordo la splendida stagione di Bernardini e di Attilio Ferraris, in comprensibile gara di emulazione. Nel complesso fu un campionato di progresso molto netto. Nei confronti diretti con Torino e Milan, che la precedettero in classifica, la Roma ottenne cinque punti sugli otto in palio. Pareggiò a Roma col Milan ma vinse a Milano. Col Torino fu una magra in trasferta (0-3), ma i granata dovettero pentirsene al ritorno quando i giallo rossi inflissero loro addirittura un 6-1 con cinque gaI di Volk. Il torneo si concluse il 16 giugno. Le ultime tre partite, tre vittorie di cui due in trasferta, l'ultima contro i rossoneri milanesi, lasciarono i tifosi in grande entusiasmo. Tutto appariva già possibile fin dalla stagione seguente. Renato Sacerdoti ne aveva tratto le conseguenze... adeguando i prezzi: tribuna lire venti, distinti dieci, curve cinque. Fatevi il ragguaglio.

Tratto dal libro AS Roma da Testaccio all'Olimpico (libro edito nel 1977)

 

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